Il mio posto del cuore

Ronco, frazione del comune di Corteno Golgi in alta Valcamonica, riposa su un poggio solatìo a 950 metri di altitudine. I residenti, che tristemente continuano a diminuire, ora sono solo 24 persone. Durante l’estate le seconde case si popolano e le vie del paese si animano di grida gioiose di bimbi, chiacchiere di genitori e nonni, sagre ed eventi. La mia prima volta a Ronco è stata a poco più di due mesi d’età, e da lì in poi vi ho trascorso tutte le estati della mia vita fino al 2020. La casa dei miei nonni materni, meravigliosamente ristrutturata dai miei genitori, è stata teatro di tanta felicità per la mia famiglia. Complice il mio trasferimento in Inghilterra e una pandemia globale che ha proibito i viaggi all’estero, sono mancata per quasi due anni dalla mia amata Ronco.

Ci sono finalmente tornata in un assolato lunedì di fine maggio e sono rimasta per una settimana. Tante sono state le emozioni che ho provato durante questo soggiorno e tanti i ricordi del passato che sono riaffiorati nella mia mente. Riporto qui dei pensieri in libertà che ho scritto di getto appena tornata a casa in Inghilterra.

Ronco in uno splendido scatto del papà Luciano

Ho abbandonato la Borca, il parcheggio davanti alla chiesa di San Rocco, un mattino di quasi due anni fa, carica di una pesantissima valigia, di tanti sogni e forse anche con un po’ di incoscienza. Da allora non sono più tornata a Ronco, il mio posto del cuore.

Tutto sembra come l’avevo lasciato. L’aria fresca, l’odore del fieno, non un rumore intorno a parte l’abbaiare di qualche cane. Ogni angolo racchiude ricordi… se chiudo gli occhi sento gli scalpiccii di bambini che giocano a guardia e ladri, le grida concitate durante il salto alla corda, o ancora il rimbalzare della palla in Via Berneri. Il sagrato della chiesa di San Rocco con quel buio pieno di intimità è stato il teatro delle nostre serate d’estate da adolescenti, dove nascevano i primi amori, si saldavano amicizie forti, e desideri e aspirazioni venivano affidati a cieli stellati. 

Quante scampagnate nelle valli qui intorno! L’amore per le camminate condiviso in famiglia: i prati dal verde brillante, i campanacci delle mucche, il fragore del torrente… Le mete conquistate un passo dopo l’altro, la fatica sublimata durante le salite più ripide per poi lasciar spazio ad una felicità inebriante una volta giunti in vetta. E poi, le lunghe chiacchierate durante le discese che si concludevano la sera con la buona “pizza del camminatore”. 

Mi è mancato tutto di Ronco. Il risveglio con il suono della fontana, le passeggiate sui sentieri che collegano le varie frazioni del comune di Corteno Golgi, le gote arrossate dal sole come unico trucco sul viso, l’appetito rinvigorito da tante ore all’aria aperta, il sentirsi parte di una comunità.

Tra le tante giornate di quieta felicità, due sono state tra tutte quelle da incorniciare di questa breve permanenza.

Una è sicuramente lo splendido matrimonio di Sara e Luca accanto ai miei amici di sempre Veronica e Luca. La nostra amicizia con Sara è nata fin da piccoli nelle stradine di Ronco. Inseparabili nei giochi d’infanzia, orgogliosi ideatori della lotteria per la Sagra di San Rocco, confidenti adolescenziali e anche ora, nonostante la lontananza, vicinissimi ed emozionati testimoni del giorno più bello della nostra amica.

Con Luca e Veronica nel bellissimo ristorante Carlo Magno

La seconda giornata da favola è stata l’ascesa in solitaria al Lago di Picol (2378 m) in Alta Val Brandet, meta raggiunta dopo uno sforzo durissimo, per la mancanza di allenamento, ma premiata da una soddisfazione immensa. La salita al lago è un percorso con pendenze verticali che permettono di superare ben 1200 metri di dislivello. Un passo dopo l’altro, quasi in una sfida contro la terra ed il cielo, sono giunta alla meta. Il panorama e l’immensa gioia di aver rivisto questo specchio d’acqua incastonato tra le montagne hanno ripagato l’intensità della fatica.

Dopo questa camminata così impegnativa, ho curato il mal di piedi con il rimedio terapeutico “Ronchese”: a mollo nella fontana!

Con mio fratello Cristiano nella fontana davanti a casa

Il lago di Picol mi ha lasciato in dote i “gambiis”, termine dialettale che descrive i dolori ai muscoli delle gambe, che mi hanno accompagnata nella settimana successiva scendendo le scale in ospedale. Nonostante il discomfort, il ricordo della meravigliosa camminata mi accendeva ogni volta un sorriso dolce sul volto.  

Dopo il benessere che Ronco mi ha regalato durante questi giorni, un’autentica linfa vitale, l’idea di doverlo lasciare mi disorienta.

Planandovi dall’alto, ho assaporato la bellezza di Ronco da una diversa prospettiva. Si va lontano, si conoscono nuovi mondi, ci si ambienta in una società diversa e si impara una professione complessa… ma si coglie poi che il sale della vita sta nella vicinanza con la natura, lontano da schermi, da stimoli continui, assaporando il tempo lento, leggendo, camminando all’aria aperta. Si fa largo la consapevolezza dell’insensatezza del vivere correndo in maniera frenetica e stressante ogni singolo giorno. La felicità che desidero non è quella totalizzante e adrenalinica, ma questo sentimento di quieta serenità e completezza accanto alle persone che amo.

Ronco in veste autunnale, sempre fotografato dal bravissimo papà Luciano

Una opinione su "Il mio posto del cuore"

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora